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Gli investimenti in R&D in Italia e in Europa.

I processi di innovazione costituiscono un elemento fondamentale per il vantaggio competitivo e il futuro delle imprese. Investire nella ricerca e sviluppo significa migliorare i prodotti offerti e i processi produttivi in risposta ai bisogni mutevoli della società e del mercato. 

La strategia “Europa 2020” proposta nel 2010 dalla Commissione europea per incentivare una crescita intelligente, cioè capace di investire nell’istruzione, nella ricerca e nell’innovazione; sostenibile, attenta ai cambiamenti climatici e alle politiche energetiche; inclusiva, ovvero pronta a promuovere la coesione sociale e territoriale e a migliorare il mercato del lavoro, prevedeva un aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo fino al raggiungimento del 3% del Pil dell’UE. 

commissione europea

Dopo 10 anni tuttavia l’Europa è lontana da questo traguardo e non è ancora in grado di  colmare la distanza con le maggiori potenze industriali: Stati Uniti, Cina e Giappone.

L’obiettivo preposto è stato raggiunto solo da Svezia (3.33% del Pil), Austria (3.16% del Pil), Danimarca (3.06% del Pil) e Germania (3.02% del Pil).

Dati interessanti riguardo gli investimenti in Ricerca e Sviluppo in Italia sono stati invece pubblicati negli ultimi mesi del 2020 dall’ISTAT nel report:  “Ricerca e sviluppo in Italia, anni 2018-2020”.

La situazione in Italia pre e post Covid-19

I dati riportati nel rapporto mostrano anche in Italia un forte incremento nella spesa in ricerca e sviluppo. Tra il 2018 e il 2019 crescono gli investimenti delle imprese private, in particolare di piccole e media dimensioni (+7,4%), del settore pubblico (+7,1%) e delle università (+2,6%). Situazione leggermente diversa per il no profit che, dopo una leggera flessione  nel 2018 (-2,1%), nel 2019 torna ad investire nella ricerca. 

L’avvento del Covid-19 ha tuttavia modificato la situazione arrestando questo trend positivo di crescita. Dati preliminari mostrano infatti un brusco calo degli investimenti in R&D delle imprese private (-4,7% rispetto al 2019, – 2,9% rispetto al 2018) probabilmente dovuto alle  difficoltà e incertezze che hanno caratterizzato quest’ultimo periodo. 

Rimangono stabili università e non profit mentre continuano invece a crescere gli investimenti delle istituzioni pubbliche (3%).

La forza del Made in Italy e l’innovazione di prodotti e processi. 

Le tipicità del nostro territorio sono un motore trainante della nostra economia nonché della spesa in R&D. Negli ultimi anni i maggiori aumenti nella spesa in ricerca e sviluppo sono stati registrati, oltre che nel settore dei prodotti in metallo (+23,2%) in alcuni settori caratterizzati dal made in Italy: l’industria del legno (+21,7%), l’industria tessile (+18,5%), il settore alimentare (+12,4%) e l’industria degli articoli in pelle (+12,2%). 

Un ulteriore dato rilevante che emerge dal report ISTAT riguarda lo scopo degli investimenti in ricerca e sviluppo.

Negli ultimi anni si è infatti registrato un calo della ricerca applicata, che passa dal 42,1% al 40,6% a favore di attività prossime all’industrializzazione, come lo sviluppo sperimentale di nuovi prodotti e processi che passa da 35,7% del 2017 al 37,6%. Una tendenza che si presenta in particolar modo nelle imprese private. 

In conclusione…

I dati del rapporto ISTAT mostrano come gli investimenti in Ricerca e Sviluppo stiano acquisendo sempre più rilevanza anche in Italia. Le eccellenze del nostro territorio sono pronte a innovarsi e migliorarsi attraverso l’uso e lo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi strumenti capaci di andare incontro al futuro e alle richieste di mercato ma, allo stesso tempo, di valorizzare la tipicità e mantenere forti legami con la tradizione e il territorio, fondamentali per il nostro Paese. 

Negli ultimi anni, grazie alla costante collaborazione con aziende, consorzi, università, fondazioni ed enti di ricerca in FEM2-Ambiente abbiamo potuto constatare in prima persona questo crescente desiderio di innovazione.

Il nostro team di ricerca multidisciplinare partecipa attivamente a progetti di ricerca per il settore agroalimentare, cosmetico e fitofarmaceutico ed è sempre pronto ad affrontare nuove sfide, vagliando proposte e instaurando collaborazioni con le imprese che vogliono migliorare e ottimizzare i loro prodotti e i loro processi produttivi.