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Il DNA ambientale, scopriamo di più su questa importante risorsa genetica. 

Negli ultimi anni, sempre più spesso, sentiamo parlare di DNA ambientale e delle sue numerose applicazioni nei più svariati ambiti. Ma cosa si intende per DNA ambientale?

Con DNA ambientale o eDNA ci si riferisce al materiale genetico ottenuto da campioni ambientali come suolo o acqua, senza raccogliere direttamente gli organismi stessi. 

L’analisi eDNA comporta l’estrazione e l’analisi di frammenti di DNA che gli organismi lasciano nell’ambiente attraverso vari materiali biologici, come cellule della pelle, secrezioni o deiezioni. Queste tracce genetiche possono fornire preziose informazioni sulla presenza, l’abbondanza e la diversità degli organismi, anche quelli sfuggenti, rari o difficili da osservare direttamente.

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LE ANALISI DEL DNA PER L’IDENTIFICAZIONE E LA TRACCIABILITÀ DELLA CARNE BOVINA

Nel settore alimentare la tracciabilità sta assumendo una sempre maggiore importanza, sia dal punto di vista della sicurezza e della qualità, sia per quanto riguarda la tipicità delle produzioni. 

Il settore delle carni, sempre in crescita, genera in Italia un valore di oltre 30 miliardi di euro l’anno, ricoprendo circa il 15% dell’intero risultato economico dell’industria alimentare del nostro Paese.

I controlli sulla carne bovina con il tempo si sono fatti sempre più rigidi. In Europa ad esempio è obbligatoria l’indicazione d’origine in etichetta mentre in Italia, negli ultimi 20 anni, sono stati intensificati i provvedimenti normativi con interventi come l’introduzione dell’anagrafe bovina e l’etichettatura obbligatoria della carne.

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Nuovi test per l’identificazione e l’autenticazione dei prodotti a base di sgombro.  

A Fast and Simple DNA Mini-barcoding and RPA Assay Coupled with Lateral Flow Assay for Fresh and Canned Mackerel Authentication” è il titolo dell’articolo scientifico pubblicato nel mese di dicembre 2022 su Food Analytical Methods. L’articolo riguarda il lavoro svolto dal nostro team scientifico, in collaborazione con i ricercatori dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, nato con l’obiettivo di sviluppare nuove metodologie d’analisi per il settore ittico. 

Lo studio si è concentrato in particolare sul caso dello sgombro il cui genere è composto da quattro diverse specie: S. scombrus (Linnaeus, 1758 ), più costoso e dalle ottime proprietà nutritive,  S. japonicus (Houttuyn, 1782 ), S. colias (Gmelin, 1789 ) e S. australasicus (Cuvier & Valenciennes, 1832 ). 

Ad oggi la legislazione europea sul tema dell’etichettatura dei prodotti ittici è ancora abbastanza permissiva in quanto non impone di indicare sulle etichette dei prodotti trasformati la specie scientifica delle materie prime utilizzate, inducendo così il consumatore in errore. A questo si aggiunge il fatto che la perdita di caratteristiche morfologiche durante la lavorazione impedisce una corretta identificazione della specie aumentando così la possibilità di errori e frodi. 

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Estate e caprese: accoppiata vincente, ma attenzione alle bufale. Dalla ricerca arriva l’analisi che distingue il latte di bufala da quello vaccino

Dopo una lunga estate di controlli rafforzati, è arrivata l’operazione di sequestro di oltre 50 chilogrammi di falsa mozzarella di bufala campana DOP e di altri prodotti alimentari scaduti.

Gli agenti vigilatori del Consorzio di Tutela sono stati coinvolti in un’operazione congiunta a Milano, condotta con i Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare di Torino, che ha smascherato un caseificio che utilizzava abusivamente la denominazione della Mozzarella di bufala campana Dop. Il produttore, con punti vendita in Campania e Lombardia, spacciava per Bufala Dop una mozzarella realizzata con un misto di latte vaccino e bufalino. Aveva addirittura riprodotto il logo del Consorzio senza autorizzazione.

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Il ginseng va forte sul mercato, ma attenzione al contenuto.
Il DNA barcoding contro l’adulterazione.

Il ginseng è considerato da millenni un rimedio naturale popolare in Asia (Panax ginseng) ed è diventato una vera fonte di profitto in Canada e Stati Uniti (Panax quinquefolius).
Le origini del termine ci dicono molto sulla forte e duratura relazione tra questa pianta e l’uomo. Il termine “Panax” ha origine greca, da παν ἀκέια (pan=tutto, akèia=rimedio), ossia rimedio per tutti i mali, da cui deriva la parola latina “panacea”, mentre “Ginseng”, in lingua cinese, significa “Pianta dell’uomo”.
Il ginseng vanta diverse specie, le più diffuse tra queste sono il Ginseng cinese (Panax ginseng) e il Ginseng americano (Panax quinquefolius). Alla lista, si aggiungono il Ginseng giapponese (Panax japonicus) e il Ginseng vietnamita (Panax vietnamensis).
Molti sono gli effetti benefici attribuiti a questa pianta, come le proprietà anti-stress e antiaging e il miglioramento del sistema centrale e immunitario, mentre le controindicazioni e le avvertenze sui dosaggi scarseggiano anche a livello scientifico.

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Il DNA ambientale, un nuovo strumento per il controllo dei wet market

I wet market, tradotto dall’inglese “mercato umido”, sono mercati prevalentemente all’aperto dedicati alla vendita di beni deperibili come carne, pesce e frutta. Questi mercati sono caratterizzati dalla presenza di animali vivi, spesso detenuti in pessime condizioni e soppressi direttamente in loco durante la vendita.

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Allerta senape: un test del DNA che esclude i falsi positivi.

Farine, pane, pasta, prodotti dolciari e da forno, molti sono gli alimenti a base di farina di grano presenti sugli scaffali dei supermercati e oggi bersaglio dell’allerta lanciata dagli uffici irlandesi del Rasff (sistema di allerta rapido europeo per gli alimenti). La segnalazione fa riferimento alla presenza sul mercato di grano “fortemente contaminato” da senape, soprattutto per quanto riguarda quello raccolto in Italia nel 2021. 

La presenza di senape nelle farine, anche in piccole quantità, provoca effetti nocivi (eruzioni cutanee, gonfiore, mancanza di respiro, asma e altro) in soggetti allergici, e, come indicato da Regolamento UE 1169/2011, deve sempre essere indicata in etichetta. Per questo motivo il Ministero della Salute ha provveduto tempestivamente ad informare i consumatori e le catene alimentari interessate fornendo tutte le indicazioni  sugli appositi interventi da mettere in atto. 

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DNA barcoding, mini-barcoding e metabarcoding: facciamo chiarezza.

Nei nostri articoli precedenti abbiamo spesso parlato di DNA barcoding, DNA mini-barcoding e DNA metabarcoding come metodologie genetiche capaci di identificare, rintracciare o verificare la presenza di uno o più specie di, o all’interno di, un campione biologico. 

Queste tre tipologie di analisi possono essere utilizzate in diversi settori come quello agroalimentare, erboristico, cosmetico, fitofarmaceutico o per la ricerca scientifica e studi filogenetici.

Ma qual è la differenza tra queste tipologie di analisi? Quando possono essere utilizzate?

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Smart dEtection di contaminanti emergenti delle Acque.

I contaminanti (o inquinanti) emergenti sono sostanze chimiche, disciolte nell’acqua, la cui presenza è stata individuata solo negli ultimi anni grazie a strumenti di analisi sempre più precisi e a nuove ricerche scientifiche. Per questo motivo, nonostante le preoccupazioni riguardanti gli effetti che potrebbero avere sulla salute umana e sull’ambiente, tali sostanze non sono ancora state sottoposte a regolamentazioni e normative.

Nell’ultimo anno FEM2-Ambiente con i ricercatori dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca ha preso parte al progetto di ricerca SEA- Smart dEtection di contaminanti emergenti delle Acqua, finanziato dal Programma Operativo Regionale Fondo Sociale Europeo 2014-2020 (POR FSE 2014-2020), nato con lo scopo di individuare, validare e ottimizzare nuove metodologie di analisi per la rilevazione dei contaminanti emergenti.

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Analisi genetiche per i prodotti fitoterapici, l’evoluzione degli ultimi 10 anni.

Gli effetti benefici delle piante officinali sono conosciuti dall’uomo fin dall’antichità. Oggi queste sono utilizzate da circa l’80% della popolazione globale e i loro principi attivi sono riconosciuti dalle diverse farmacopee. 

Al crescente consumo dei prodotti fitoterapici si accompagna la necessità di effettuare controlli sempre più rigorosi in grado di garantirne la qualità. Problemi di adulterazione, sostituzione e contaminazione potrebbero infatti avere riscontri negativi sulla salute dei consumatori o ridurre la concentrazione di metaboliti bioattivi all’interno del prodotto finito, riducendone l’efficacia. 

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