I wet market, tradotto dall’inglese “mercato umido”, sono mercati prevalentemente all’aperto dedicati alla vendita di beni deperibili come carne, pesce e frutta. Questi mercati sono caratterizzati dalla presenza di animali vivi, spesso detenuti in pessime condizioni e soppressi direttamente in loco durante la vendita.
L’errata etichettatura dei prodotti è un problema crescente e riconosciuto nel settore ittico. L’aumento della richiesta, le lavorazioni che portano alla perdita delle caratteristiche morfologiche distintive delle diverse specie e una catena di approvvigionamento globale e complessa sono aspetti che possono facilitare l’insorgere di errori in tutta la filiera produttiva.
Nel mese di febbraio, dopo l’ok della Commissione Europea alla commercializzazione di una nuova specie, si è tornato a parlare dei novel food a base di insetto. Il grillo domestico (Acheta domesticus) è il terzo insetto autorizzato dalla Commissione Europea dopo l’ok dato, nel 2021, alla locusta migratoria e alla tarma della farina (Tenebrio molitor).
Gli insetti, che costituiscono una fonte di proteine alternativa e un valido aiuto per ottenere un sistema alimentare “più sostenibile”, potranno essere consumati interi, congelati, essiccati o in polvere.
Sulle confezioni degli alimenti che acquistiamo per i nostri amici a quattro zampe spesso troviamo riportata la dicitura “con pesce”, “con pesce dell’oceano” o “con pesce bianco”, un etichettatura poco chiara e fin troppo generica che può limitare la nostra capacità di effettuare scelte consapevoli. Cosa contengono davvero questi cibi?
Sono trascorsi ormai più di due anni dalla conclusione del progetto “DNA in Filiera”, un’esperienza che ci ha permesso di testare e ottimizzare l’uso delle analisi genetiche nel settore agroalimentare, con una particolare attenzione verso la nutraceutica.
È ora arrivato il momento di affrontare una nuova sfida”, questa volta interamente dedicato al settore ittico.
Il nuovo progetto prende il nome di “Seafood DNA Validation” e nasce dalla necessità di perfezionare alcune metodologie di analisi genetiche (DNA barcoding e mini-barcoding) con l’obiettivo ultimo di offrire un servizio standardizzato e strutturato alle aziende del settore ittico per il controllo della filiera produttiva.
Nei nostri articoli precedenti abbiamo spesso parlato di DNA barcoding, DNA mini-barcoding e DNA metabarcoding come metodologie genetiche capaci di identificare, rintracciare o verificare la presenza di uno o più specie di, o all’interno di, un campione biologico.
Queste tre tipologie di analisi possono essere utilizzate in diversi settori come quello agroalimentare, erboristico, cosmetico, fitofarmaceutico o per la ricerca scientifica e studi filogenetici.
Ma qual è la differenza tra queste tipologie di analisi? Quando possono essere utilizzate?
Gli errori di etichettatura sono uno dei principali problemi che interessano il mercato ittico, non è infatti difficile imbattersi in notizie che trattano proprio di questo argomento.
L’indagine condotta dal quotidiano britannico The Guardian, ha preso in esame 44 studi nei quali sono stati esaminati, tramite analisi genetica, un totale di 9000 prodotti ittici. Di questi il 36% risulta etichettato in modo errato.
La bottarga di tonno è un’antica specialità ottenuta dall’essicazione e dalla stagionatura delle uova di pesce. Il suo nome deriva infatti dal termine arabo “batārikh” il cui significato è proprio “uova di pesce essiccate”.
La bottarga è un prodotto di alto valore la cui preparazione richiede un lungo processo di lavorazione e una stagionatura di almeno 90 giorni. Questa viene venduta fresca, essiccata o in polvere e può essere prodotta con diverse specie di tonno.
La ciguatera è un’intossicazione alimentare provocata dall’ingestione di tossine, dette ciguatossine, presenti in alcuni microorganismi marini come le microalghe Gambierdicus toxicus e Ostreopsis lenticulari.
Queste entrano nella catena alimentare a seguito della loro ingestione da parte di organismi più grandi fino a trasmettere la tossina alle specie di pesce destinate al consumo umano.
È ormai quotidiano l’appuntamento
con notizie che testimoniano sequestri e multe a discapito del mercato ittico
nell’ambito dei controlli contro le frodi alimentari. Molte di queste sono
proprio dovute alla errata, volontaria o meno, etichettatura dei prodotti.
Un’errata assegnazione di specie determina una fraudolenta comunicazione del prodotto, sia in termini nutrizionali e di qualità, sia in termini di provenienza geografica, sia in termini economici, sia in termini di sostenibilità.