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Specie in pericolo di estinzione tra i prodotti a base di pinne di squalo. L’identificazione grazie al DNA mini barcoding.

Nonostante l’aumento della consapevolezza sull’importanza della loro conservazione, l’abitudine di consumare prodotti a base di pinne di squalo per motivi celebrativi o salutistici rimane diffusa in molte parti dell’Asia. Questa pratica contribuisce a sostenere un’industria che genera un giro d’affari di quasi 1 miliardo di dollari ed è in parte responsabile del forte calo delle popolazioni di squali. 

Nel contesto degli sforzi volti a regolamentare la pesca non sostenibile, si stanno adottando misure come la fissazione di quote di cattura sostenibili e l’implementazione di normative per regolare il commercio. Tuttavia, le pinne di squalo vengono comunemente esportate in forma essiccata e commercializzate con denominazioni generiche, senza specificare la specie di origine. Questa pratica rende complessa l’applicazione delle misure di tutela, il monitoraggio del commercio e l’attuazione di piani di gestione della conservazione. 

Allo stesso tempo emergono preoccupazioni per la salute umana, in quanto specie diverse possono contenere diverse concentrazioni di metalli tossici potenzialmente pericolosi.

Come dimostrato dallo studio condotto dai ricercatori di Singapore, le analisi del DNA rappresentano uno strumento fondamentale per l’identificazione accurata delle specie, soprattutto quando ciò non è possibile mediante l’osservazione visiva, anche con l’intervento di esperti.

Lo studio 

Nello studio in questione le analisi genetiche sono state utilizzate per  identificare le specie delle pinne di squalo presenti nei mercati di Singapore, un importante centro commerciale a livello globale e il secondo maggior importatore ed esportatore mondiale.

Nel gennaio 2023 sono state raccolte complessivamente 505 pinne di squalo in tutto il territorio di Singapore. Al fine di minimizzare il rischio di contaminazione, dovuto alla conservazione in grandi contenitori, tutti i campioni per l’estrazione del DNA sono stati prelevati da una parte interna delle pinne.

A causa dello stato di  degradazione e di processamento delle pinne, è stata adottata la tecnica del DNA mini barcoding, che consente di amplificare una porzione ridotta del gene COI mitocondriale rispetto alla classica metodologia del DNA barcoding.

Al termine dello studio sono stati identificati con successo 378 campioni, scoprendo 27 diverse specie di squali appartenenti a 16 generi differenti. Delle 27 specie identificate 17 sono elencate come minacciate (in grave pericolo di estinzione o vulnerabili) nella Lista rossa IUCN. 

SpecieN. di rilevazioniCategoria IUCN
Rhizoprionodon acuto40(VU) Vulnerabile 
Carcharhinus falciformis39(VU) Vulnerabile 
Galeorhinus galeus34(CR) Pericolo Critico
Sphyrna lewini30(CR) Pericolo Critico
Sphyrna zygaena25(VU) Vulnerabile 
Rhizoprionodon oligolinx12(NT) Quasi minacciata
Carcharhinus brevipinna 9(VU) Vulnerabile 
Carcharhinus sorrah8(NT) Quasi minacciata
Isurus oxyrinchus8(IT) Dati non sufficienti
Carcharhinus leucas7(VU) Vulnerabile 
Elenco delle 10 specie di squalo rilevate con può frequenza.

Conclusioni

Oggi l’uso delle analisi genetiche rappresenta una prassi consolidata a livello globale in vari ambiti e si è ripetutamente dimostrata fondamentale nel contesto del settore ittico, svolgendo un ruolo di rilievo nella salvaguardia dei consumatori e della biodiversità marina. Data l’attuale situazione climatica e ambientale, aumentare la diffusione e l’integrazione di tali metodologie all’interno della filiera produttiva del settore ittico, dalla fase di pesca sino alla commercializzazione al consumatore finale, nonché nell’elaborazione di strategie per la tutela e conservazione delle specie protette, costituisce un aspetto cruciale per orientare le scelte future e massimizzare l’efficacia degli sforzi compiuti. 

La presenza di laboratori altamente specializzati, come quelli di FEM2-Ambiente, rappresenta un valido sostegno per le aziende operanti nel settore ittico. Presso il nostro laboratorio è possibile eseguire analisi standard o elaborare soluzioni personalizzate, mirate a risolvere specifiche problematiche riscontrate nel contesto della filiera ittica. 

I nostri ricercatori sono in grado di fornire un supporto tempestivo e mirato, adattando le proprie metodologie alle esigenze specifiche delle singole realtà aziendali, contribuendo così in modo significativo al miglioramento dei processi produttivi e alla gestione ottimale delle sfide del settore ittico.

L’articolo completo è disponibile al seguente link:  https://peerj.com/articles/16647/

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